Per le sue caratteristiche idrogeologiche il territorio del parco è caratterizzato dalla presenza di acque che scaturiscono da sorgenti locali, così in diversi luoghi è possibile trovare delle zone umide, sempre più rare, di grande importanza dal punto di vista naturalistico ed ecologico, per la flora e la fauna che possono ospitare. L’Ente Parco negli anni ha promosso diversi studi e ricerche per monitorarne lo stato e supportato progetti di vario tipo per valorizzarne la presenza.
Il più importante progetto sulle aree umide è stato senza dubbio la realizzazione del cosiddetto laghetto della Caffarella, che verrà presto ampliato con un nuovo specchio d’acqua. Per approfondire sono disponibili un completo studio sulla valenza naturalistica (in versione completa o di presentazione) ed una interessante presentazione con immagini dei primi anni di sviluppo dell’ecosistema acquatico.
Il laghetto della Caffarella evoluzione 2004-2011
Rilevanza naturalistica della zona umida nella valle della Caffarella denominata “laghetto e pioppeto
Rilevanza naturalistica della zona umida nella valle della Caffarella denominata “laghetto e pioppeto – Presentazione
Dalla fine degli anni novanta l’Ente Parco ha collaborato con l’Istituto Superiore di Sanità per organizzare il monitoraggio delle acque del parco, in particolare della comunità dei cosiddetti macroinvertebrati, buon indicatore della biodiversità degli habitat. Il più recente studio sulle aree umide di Caffarella e Tor Marancia rappresenta lo stato dell’arte sugli ambiti di maggiore o emergente interesse.
Caratterizzazione delle aree umide del Parco Regionale dell’Appia Antica: Caffarella e Tor Marancia
Che l’acqua sia visibile o meno è spesso la presenza della flora caratteristica degli ambienti acquatici a svelare la presenza di un habitat che dà vita e rifugio anche a tantissimi rappresentanti della fauna, dagli anfibi ai mammiferi e naturalmente gli uccelli. Ecco uno studio completo sulla flora di sorgenti pozze, corsi d’acqua che caratterizzano il parco, realizzato dai ricercatori del dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, con il quale l’Ente Parco mantiene attivo un accordo di collaborazione per studi ambientali.
Caratterizzazione delle aree umide del Parco Regionale dell’Appia Antica: studio della componente floristico-vegetazionale
Studio della dinamica di colonizzazione dell’esotica invasiva Lemna minuta al Ninfeo di Egeria nella Valle della Caffarella: aspetti gestionali ai fini conservativi degli ecosistemi acquatici del Parco Regionale dell’Appia Antica
Grazie all’impegno dei guardia parco per diversi anni il parco ha ospitato stazioni di inanellamento dell’avifauna, finalizzate non solo alla conoscenza degli uccelli che frequentano il parco, ma a contribuire alla ricerca sulle popolazioni di uccelli su tutto il territorio nazionale con dati raccolti in modo rigoroso. Questo rapporto racconta i risultati dell’attività di inanellamento e del “PR.I.S.CO.” (Progetto di Inanellamento Sforzo Costante) coordinato a livello nazionale dall’ISPRA al quale il Parco ha contribuito.
Censimento dell’avifauna nel Parco Regionale dell’Appia Antica
La ricerca di campo sui piccoli mammiferi del parco è stata promossa e finanziata dall’Agenzia Regionale Parchi e realizzata con la collaborazione attiva del personale dell’ente, nell’ambito del progetto “Atlanti locali” che ha coinvolto tante aree protette della Regione Lazio. Il lavoro svolto, oltre alla pubblicazione che ne è scaturita, ha permesso di conoscere in modo più approfondito diverse importanti realtà ambientali del territorio, base per strategie di tutela e valorizzazione presente e futura.
I micro mammiferi del Parco Naturale Regionale dell’Appia Antica
E’ in corso il “Monitoraggio delle specie rare e di interesse biogeografico del Parco Regionale dell’Appia Antica”, flora finalizzato alla definizione del loro stato di conservazione e ad eventuali azioni di tutela, nonché delle specie esotiche invasive, con particolare riferimento a quelle che possono rappresentare fattore di incidenza sulla biodiversità autoctona del Parco.
Per implementare le conoscenze botaniche si procederà all’organizzazione di rilevamenti sul campo e di indagini botaniche di base, relative al patrimonio floristico-vegetazionale del Parco Regionale dell’Appia Antica, con scelta prioritaria sulle aree particolarmente rappresentative delle fitocenosi dell’agro romano e su quelle che necessitano di una prima caratterizzazione (aree di ampliamento).
Per le suddette attività ci si avvarrà della collaborazione tecnico scientifica di una figura di esperto botanico, conoscitore degli aspetti floristici del territorio del Parco, che si interfaccerà con il personale del Servizio Guardiaparco e del Servizio Tecnico Naturalistico dell’Ente per definire i contesti in cui si svolgeranno i rilevi botanici di dettaglio, volti in particolare all’individuazione e caratterizzazione delle seguenti specie e/o elementi, anche sulla base di dati e letteratura esistente: specie endemiche; specie rare a livello nazionale, regionale o locale; specie al limite del loro areale di distribuzione; specie relittuali; specie non ancora note nell’ambito dell’area Parco; specie di particolare interesse conservazionistico, in quanto presenti in liste di protezione nazionali o regionali; specie di particolare interesse etnobotanico a livello nazionale o regionale; specie esotiche invasive, con particolare riferimento alle entità presenti negli elenchi del Regolamento UE 1143/2014.
I nuovi rilievi botanici sopra descritti che saranno progressivamente ultimati, permetteranno di definire un programma puntuale per il monitoraggio di specie rare e di interesse biogeografico, ed eventualmente di quelle che rappresentano fattore di loro minaccia nel Parco, sulla base dei dati e delle attività pregresse svolte dall’Ente Parco su siti noti nelle scorse stagioni. Oltre a ciò, sarà individuato un limitato elenco delle specie esotiche invasive che necessitano di monitoraggio nel territorio del Parco, in quanto che localmente denotano impatti significativi sulla biodiversità autoctona. Le suddette attività di monitoraggio verranno svolte prioritariamente dal Personale dell’Ente Parco mentre la figura dell’esperto botanico offrirà supporto scientifico-metodologico, oltre che validazione e analisi dei dati raccolti.
PAESAGGIO
WAT (Workshop, Atelier, Terrain) 2011
Organizzato dal Dipartimento di Architettura e progetto dell’Università della Sapienza di Roma e Chaire UNESCO en paysage et environnement dell’Università di Montréal (CUPEUM).
Uno studio per la “Valorizzazione e conservazione del paesaggio del parco e progettazione degli spazi per l’accoglienza e la mobilità”.
Ricerca artistica sui paesaggi stratificati in transizione, sia in Italia che nei Paesi Bassi; focus sugli studi sul patrimonio, sulla ricerca artistica e sulle pratiche partecipative, con .
Exploded View è un progetto di ricerca artistica che studia i luoghi di transizione. Il progetto si concentra sul patrimonio mondiale della cosiddetta “Regina delle Strade”, l’antica Via Appia Antica a Roma. L’obiettivo è di fare ricerca sulle prospettive mutevoli della Via Appia Antica e sul patrimonio culturale di questa zona.
A cura di CLUE+/VU, Amsterdam: Dr. Gert-Jan Burgers (Prof Mediterranean archaeology/dir. CLUE+), Dr. Krien Clevis (affiliated researcher, and artist/curator), Ilaria Rossetti (research fellow), Daniela de Paulis (independent artist), Dr. Hans Renes (Historical Geographer/Prof of Heritage Studies VU/UU), Zone2Source, Amstelpark, Amsterdam: Alice Smits, curator. Per il Parco hanno collaborato Caterina Rossetti, Francesca Mazzà e il Servizio Guardiaparco.
Negli ultimi anni la collaborazione con l’ISS si è spostata su tematiche maggiormente legate alla salute pubblica. In questa presentazione è illustrato il progetto europeo Blue Health, che ha chiamato in causa cittadini ed associazioni amici del parco.
Il progetto Blue Health
I risultati del caso studio Parco Appia Antica a cura del Reparto Ecosistemi e Salute dell’ISS Responsabile ricerca Dott.ssa Laura Mancini